Un progetto di Virgilio Sieni per la città di Torino
ALTISSIMA POVERTA’ è una partitura coreografica ideata da Virgilio Sieni per la città di Torino che coinvolge un centinaio i partecipanti: giovani, adulti e anziani, danzatori tra i 20 e i 40 anni, coppie di madri e figli.
1 coreografo d’eccellenza / 1 anno di lavoro sul territorio
1 eclettico musicista / 8 spazi di prova dalle periferie al centro
75 cittadini interpreti dai 10 agli 80 anni / 3 mesi di produzione
10 assistenti danzatori / 13 quadri coreografici
ALTISSIMA POVERTA’ presenta un ciclo di coreografie ispirate al racconto biblico: un’archeologia del gesto che indaga la natura e l’origine del movimento. Gli interpreti, cittadini e professionisti, daranno vita ad una comunità del gesto, nell’intento di creare un luogo dove il corpo si apre ad un laboratorio continuo di sguardi, vicinanze e sostegni. Nel percorso di trasmissione si indagheranno le fragilità dei corpi e i motivi figurativi, anatomici, umani, che hanno segnato la tradizione visiva delle scene evangeliche, come metafora del cammino dell’uomo nel mondo. Il titolo del progetto si ispira al libro di Giorgio Agamben "Altissima povertà. Regole monastiche e forme di vita".
L’evento di Virgilio Sieni, coreografo tra i più rappresentativi nel panorama europeo, direttore della Biennale di Venezia Settore Danza e di Cango, Centro di produzione sui linguaggi del corpo e della danza di Firenze, è proposto da Associazione Didee e Filieradarte nell’ambito del progetto “La Piattaforma. Nuovi corpi, nuovi sguardi nella danza contemporanea di comunità”. Il progetto “Nuovi corpi, nuovi sguardi” ha avuto una lunga germinazione ed ha mosso i primi passi nel 2015 quando il Festival torinese di danza contemporanea e di ricerca La Piattaforma teatrocoreografico, curato da Didee per 12 edizioni, si è proposto in sinergia con Filieradarte, specializzata nella danza educativa e di comunità, di impegnarsi in una progettualità dal carattere artistico e sociale insieme.
Il nuovo progetto, grazie all’innovazione sociale e culturale apportata, ha incontrato il sostegno del MiBACT per il triennio 2015-2017 e l’attenzione della Compagnia di San Paolo. Nasce infatti da una profonda riflessione sulle possibilità e i significati della danza e dalla necessità di impegnare energie e risorse per rispondere ad un bisogno delle città e delle periferie, coinvolgendo persone di differenti età anagrafiche ai margini delle programmazioni culturali con l’intento di creare un nuovo pubblico della danza contemporanea e di comunità e attivare percorsi di formazione. Dal 2015 sono in corso laboratori, percorsi artistici di comunità, un percorso di formazione per professionisti, master class, spettacoli ed eventi tenuti da artisti internazionali e del territorio e rivolti a professionisti, giovani, adulti, bambini e anziani. Questo lavoro capillare, attraverso l’esperienza creativa della danza, promuove la trasformazione delle dinamiche di relazione con l’altro e la costruzione di legami solidali.
«L’idea di realizzare un evento partecipato e curato dallo sguardo di Virgilio Sieni – spiegano Mariachiara Raviola e Rita Maria Fabris, direttrici artistiche di Nuovi corpi, nuovi sguardi - è nata a Venezia nel 2014 in occasione della visione dei 27 quadri del Vangelo Secondo Matteo. Una rappresentazione toccante, opera del coreografo, realizzata con 200 partecipanti, danzatori e persone comuni. Abbiamo pensato che non solo per la concomitanza con l’Anno del Giubileo, ma anche per il momento storico che siamo chiamati a vivere, la ricerca sul sacro intrapresa dal coreografo fosse un’occasione di indagine sul senso dell’umano e della condivisione attraverso l’espressione della fragilità come della bellezza».